Basta con la bufala dei muri che respirano.
Mi capita troppo spesso di parlare con clienti e “addetti del settore edile” che sostengono che:
- “I muri respirano.”
- “Attenzione al cappotto esterno che impedisce al muro di respirare e ti crea la muffa.”
- “Ti consiglio di comprare questa pittura che permette alle pareti di respirare.”
Basta!
La bufala dei muri che respirano: i muri non respirano
Che si tratti di nuovi edifici o di ristrutturazioni è obbligatorio, per legge, che vengano rispettati livelli di efficienza energetica molto elevati.
Elevati livelli di efficienza energetica si ottengono con materiali innovativi e con idonei strati d’isolamento. Queste soluzioni comportano un elevato grado di tenuta dell’involucro edilizio. Lo scopo? Semplice, evitare perdite termiche da flussi d’aria non voluti.
Nelle ristrutturazioni e nella sostituzione degli infissi capita spesso che la situazione muffe e umidità peggiori drasticamente. Si stava meglio quando si stava peggio.
Diffusione al vapore
La diffusione al vapore è un concetto che arriva dalla fisica tecnica e rappresenta quello che comunemente chiamiamo traspirabilità.
“L’aria che passa dal muro” è compresa tra l’1% e il 2% del vapore che viene prodotto quotidianamente dall’attività umana all’interno di una abitazione. Il vapore viene soprattutto prodotto quando:
- facciamo una doccia;
- cuciniamo;
- innaffiamo una pianta;
- respiriamo;
- sudiamo;
- laviamo i pavimenti;
- ci cade dell’acqua sul pavimento.
Potremmo aggiungere anche altre cause ma, come vedi, sono sufficienti per farci una idea. Il modo migliore per eliminare l’umidità in eccesso è garantire un sufficiente ricambio d’aria.
Gli spifferi
Nelle vecchie abitazioni il ricambio d’aria, compresa la diluizione degli agenti inquinanti e del vapore prodotto all’interno, è garantita dalla mancanza di tenuta dei serramenti. La mancanza di tenuta in genere è causata dalle guarnizioni che non chiudono in seguito a usura, deformazione o irrigidimento delle guarnizioni stesse. In questi casi sono i serramenti a “respirare”, non i muri.
Successivamente alla installazione di serramenti ad alte prestazioni il vapore interno non ha più modo (o perlomeno ha molte meno possibilità) di sfogare all’esterno e va a condensare nei punti freddi delle pareti.
I punti freddi sono, in genere, i ponti termici non sono stati individuati in fase di analisi e conseguentemente non sono stati protetti in fase di ristrutturazione.
Come smaltire il restante 98-99% del vapore prodotto all’interno della tua abitazione?
Apri le finestre (se sono nuove saranno comodissime vasistas) oppure installa un sistema VMC, cioè un impianto a ventilazione meccanica controllata. Le VMC consentono infatti un ricambio d’aria filtrato (migliorando quindi la qualità dell’aria) e un recupero di calore (che invece viene perso con la semplice apertura delle finestre).
Senza una analisi degli equilibri termici e dei ricambi d’aria si commettono grossi errori in fase di progettazione.
Che si tratti di una casa, un appartamento, una scuola, un ufficio, un’azienda allo stesso modo di un negozio, trascorriamo almeno il 90% della nostra vita all’interno di un edificio. Per questo, garantire un clima sano e confortevole è di fondamentale importanza.
Come ventilare correttamente?
Non è sufficiente ventilare la mattina tenendo le finestre aperte per ore! È più indicato tenere le finestre aperte dieci/quindici minuti ogni due/tre ore, per avere gli ambienti interni costantemente e correttamente aerati.
Stai per ristrutturare casa?
Non risolvere il problema vedendo l’edificio a compartimenti stagni. Ad esempio, sostituire gli infissi senza analizzare nel complesso la tua abitazione può compromettere lo stato di salute della tua casa e, di conseguenza, anche il tuo! Gli elementi da bilanciare sono diversi.
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